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S. Maria Salomè

Era una delle pie donne che ha assistito alla crocifissione, morte e resurrezione di Cristo. La si può identificare come “la madre dei figli di Zebedeo”.
Maria Salomè era dunque moglie di Zebedeo e madre di due figli: Giacomo il maggiore e Giovanni l’evangelista, entrambi discepoli di Gesù. Per tale ragione il Cozzoli l’ha raffigurata come una donna anziana della Galilea, con lo sguardo accorato e il volto contratto in un pianto sommesso, che sorregge tra le mani un vasetto di oli profumati da servire all’imbalsamazione del corpo di Gesù Cristo.
Nel 1950, in un periodo libero da altri impegni di lavoro, Giulio Cozzoli realizzò, per proporle all’Arciconfraternita della Morte affinchè le acquistasse, le statue di S. Maria Maddalena e di S. Maria Salomè. Mentre la prima, per il motivo che si evincerà proseguendo nella lettura, non fu accettata, quella di S. Maria Salomè, dopo un primo rifiuto del Priore Giacomo Sciancalepore nel 1951, ebbe nel 1952 l’assenso del Priore Giacomo Ragno acquistandola per 550.000 lire delle quali 400.000 lire, su delibera assembleare, furono prelevate dal “Fondo Cimitero” e le restanti 150.000 lire furono raccolte con oblazioni volontarie tra i confratelli.
Pertanto, benedetta dal Vescovo Mons. Achille Salvucci la Domenica delle Palme del 1953, andò in processione il successivo Sabato Santo, in sostituzione della statua lignea del 1928 proveniente da Ortisei.


- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, tratto da "De Passione Domini Nostri Jesu Christi secundum Melphictam", Editrice L'Immagine, Molfetta 2015, Vol. 1.



http://lamiasettimanasanta1album5.blogspot.com/
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