
Terminato il lavoro, l'immagine fu portata in processione nell'anno 1914, ma per motivi a noi non noti, la statua riuscì più alta della Veronica. All'artista questo inconveniente provocò una sofferenza interiore, un profondo disagio, un qualcosa a cui si doveva porre subito rimedio. Ritenne, per questo, opportuno correggere l'inconveniente.
Il Cozzoli, creò l'immagine di una donna, dal volto arrossato e dalle palpebre gonfie per aver' assai pianto, donandole un volto realistico, esemplarmente umano; una donna intenta a contemplare la corona di spine e i chiodi, rappresi di sangue, che hanno trafitto le mani e i piedi di nostro Signore Gesù Cristo.
L'opera si caratterizza, anche, per il dolce accostamento dei colori: l'azzurro intenso della veste, il delicato colore del manto ed il viola intenso del turbante, conferiscono alla figura una pregevole e squisita finezza.
- Testo tratto dal sito dell' Arciconfraternita della Morte.
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